Inauguriamo la sezione riservata alle buone pratiche per l’ambiente presentandovi il Seabin.
Si tratta di un dispositivo posizionato a filo d’acqua, capace di inghiottire più di 500 chilogrammi di rifiuti plastici in mare in un anno. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha installato uno di questi cestini galleggianti per la raccolta dell’immondizia flottante, al Molo fratelli Bandiera, nell’area che i triestini chiamano “Sacchetta”, dove si accumulano bottiglie di plastica, mozziconi di sigaretta, buste e altri rifiuti.
Seabin contribuisce così a una migliore pulizia del mare in questo punto delle rive triestine.
Nato dall’intuizione di due surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, Seabin è un lavoratore indefesso che opera 24 ore su 24 tutti i giorni aspirando continuamente l’acqua di mare, raccogliendo e trattenendo rifiuti e microrifiuti galleggianti.
“Seabin da solo non può risolvere i problemi dell’inquinamento in mare – ha affermato Zeno D’Agostino, presidente dell’Authority giuliana – ma può dare un contributo per la pulizia degli specchi acquei, tanto che stiamo valutando il posizionamento di un altro dispositivo nel porto”. (ANSA).
È il messaggio che vogliamo dare anche noi del Museo della Bora con il progetto “CambiaVenti – L’emergenza climatica e noi”. Se abbiamo a cuore il futuro delle prossime generazioni, dobbiamo darci tutti da fare, nel nostro piccolo, oggi.