Questa intervista è fatta a mio nonno.
– “Secondo te, come è cambiato il clima in questi anni?”
– “Ti rispondo con un esempio. IL GHIACCIAIO DEL MONTE CANIN. In un secolo, dalla fine del 1800 circa a oggi, i ghiacciai del monte Canin hanno perso in tutto l’80% dell’area che ricoprivano ed il 95% del loro volume. Alcuni settori del ghiacciaio del Canin superavano i 90 m di spessore, mentre oggi il ghiacciaio ha valori massimi di circa 20 m. Ho effettuato due salite alla vetta del Canin nel 1997 e nel 2008 e ho visto realmente la riduzione in questi anni della superficie del ghiacciaio. I cambiamenti climatici caratterizzati da estati sempre più calde ma anche dall’aumento di precipitazioni nevose, hanno comportato un lieve aumento di volume dei piccoli corpi glaciali delle Alpi Giulie. Ma questo aumento nevoso paradossalmente è anch’esso un segno del riscaldamento climatico, poiché esso comporta l’aumento di eventi estremi come forti temporali, alluvioni e tempeste. Inoltre per molte settimane nello stesso luogo possono mancare precipitazioni oppure al contrario sempre nello stesso luogo può piovere o nevicare a lungo.”
– “Allora cosa succederà?”
– “Il monte Canin resiste con difficoltà al surriscaldamento globale della terra, una situazione destinata ad aggravarsi, se non si ridurranno le emissioni di gas che alterano il clima provocando l’incremento delle temperature estive e invernali.”
Nella foto, il ghiacciaio del Monte Canin alla fine del 19° secolo.